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Prima domanda: a cosa serve l’aerosol? Prima risposta (delle molte possibili): a nebulizzare le particelle di un farmaco, per farlo arrivare nei distretti polmonari cui è destinato.​

​Seconda domanda: quanto devono essere piccole, queste particelle? Diciamo che più sono piccole, più arrivano in profondità: per raggiungere gli alveoli polmonari, una particella dev’essere inferiore ai 3 micron, cioè meno di 3 millesimi di millimetro. E a queste dimensioni, la differenza tra un micron e due è la stessa che c’è tra un farmaco efficace e uno che non lo è.​

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L’efficacia di un farmaco nebulizzato dipende da due cose: una è il farmaco.

Un farmaco nebulizzato arriva più facilmente là dove deve arrivare: bronchi e polmoni. Ma le cose non sono così semplici. Intanto, tutto cambia a seconda della zona da trattare. Per le alte vie respiratorie occorre produrre particelle di dimensioni relativamente grandi. Per arrivare invece fino alle basse vie respiratorie (gli alveoli polmonari) le dimensioni diventano molto più piccole: intorno ai 3 micron. Sopra i 5 micron, il farmaco non arriva a destinazione. In altre parole, quel farmaco perde efficacia.

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Quanto è piccolo un micron? Facile: un millesimo di millimetro. Meno facile è realizzare aerosol in grado di nebulizzare i principi attivi di un farmaco in particelle

inferiori a 5 micron, dimensione adatta a consentire al farmaco di raggiungere le basse vie aeree e gli alveoli polmonari.

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Quando parliamo di aerosol terapia, i cosiddetti “accessori” sono fondamentali.​

Quale scegliere, quindi, tra boccaglio e mascherina?​





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